“Logistica: un successo condiviso”. Intervista a Stefano Bianconi
Il numero di gennaio/febbraio di «Logistica Management» pubblica l’inchiesta “Logistica: un successo condiviso”, volta, attraverso una serie di interviste, a fare un bilancio del 2015 ed avanzare prospettive per l’anno appena cominciato..
Di seguito riportiamo l’intervista fatta al nostro Direttore generale Stefano Bianconi.
Il panorama logistico in generale. Come giudicate il mercato in cui operate: vi sembra che abbia iniziato a camminare nella giusta direzione?
Per quanto riguarda il mercato dell’outsourcing strategico, nicchia in cui si colloca Columbus Logistics, la giusta direzione sarebbe quella volta alla comprensione, da parte della committenza, di quali siano i vantaggi che questo tipo di collaborazione comporta. Affinché ciò sia possibile è importante mettere le due parti, cliente e fornitore, in condizione di vivere correttamente questo rapporto e, in tal senso, c’è ancora strada da fare.
Lo stress cui sono state sottoposte negli ultimi anni le industrie manifatturiere le ha portate ad orientarsi prevalentemente sulla logica del prezzo, e questo non ha certamente reso possibile il maturare e l’evolversi del mercato.
Ci sono però situazioni in cui, e non mancano gli esempi in Columbus, i rapporti con i clienti sono di lungo periodo, e in questi casi si instaura un legame di partnership che genera un rapporto proattivo, in cui le parti studiano reciprocamente le soluzioni che possano generare miglioramenti.
Tra gli obiettivi del nuovo “Piano Nazionale della Logistica e della Portualità”, compare anche l’attuazione di “misure per incentivare l’integrazione delle catene logistiche e delle attività manifatturiere e logistiche”. Vi sembrano parole vuote o inquadrano una strategia concreta? Da parte vostra, quali misure auspichereste, e perché? Quali ritenete che siano state effettivamente realizzate?
Sicuramente l’integrazione tra le catene logistiche e il mondo manifatturiero è importante e ci piace affrontare progetti che si muovano in questa direzione.
Altro aspetto da considerare è la concorrenza sleale, che il mercato dovrebbe impegnarsi ad evitare e combattere. Parte della nostra offerta è infatti legata al trasporto, realtà caratterizzata da molti attori che competono sul prezzo e, per sostenersi, fanno concorrenza sleale o utilizzano soluzioni scorrette, come ad esempio il caso di trasporti primari fatti con vettori che arrivano dall’estero e non pagano, quindi, le tasse in Italia. Gli organi di controllo dovrebbero evitare queste situazioni anche se, ad oggi, non ho visto particolari misure in tal senso.
Per quanto riguarda le cooperative, invece, devo dire che sono aumentate le verifiche e che questo mondo si sta muovendo verso il rispetto delle regole, anche se i passi da fare sono ancora molti.
Supply chain. La logistica viene considerata un costo da comprimere al massimo o spesso lasciato da gestire ad altri (es. vendite ex works) o la supply chain viene percepita come parte integrante della catena del valore? Le scelte aziendali vengono fatte in chiave di supply chain integrata e collaborativa, o i vari processi che la costituiscono sono ancora governati in maniera scollegata tra di loro?
I nostri partner premono certamente sui costi ma amano stabilire rapporti duraturi, su cui impostare percorsi condivisi. Il mercato avvia spesso collaborazioni “mordi e fuggi”, soprattutto nel caso dei trasporti.
Cosa diversa è e resta il legame committente-fornitore nel caso di un outsourcing logistico che, se pur inizialmente muovendosi sull’elemento prezzo, chiama presto in gioco la necessità di creare una relazione, una collaborazione, un’integrazione tra le due organizzazioni, nel senso che operativamente le persone, da un lato e dall’altro della catena della fornitura, devono agire quasi come colleghi.
L’offerta di tecnologia aiuta in questo senso e quale ne è lo stato dell’arte?
Sicuramente la tecnologia è importante nel creare questa connessione, e infatti Columbus ha da qualche anno lanciato un programma che ha chiamato Connect, che mira proprio a studiare tutti i possibili sistemi per aumentare il costante scambio di informazioni tra fornitori e Columbus, tra Columbus e clienti e tra Columbus e destinatari, ovvero clienti dei nostri clienti.
Ovviamente non è da tralasciare la connettività interna all’azienda stessa. Con i moderni strumenti informatici come la piattaforma Google, della quale siamo stati una delle prime aziende a servirci, cerchiamo di realizzare una connessione sempre maggiore perché spesso i difetti e le problematiche sono causate da una carenza d’ informazione.
Nuove tecnologie. Siamo con i Big Data, l’Internet of Things, il Mobile, la Multicanalità, impegnati in una nuova ondata di innovazione tecnologica, che richiede risorse economiche e anche professionali importanti, ma che offre anche una straordinaria occasione di sviluppo e miglioramento dei processi. Riuscite a cogliere / fare cogliere queste opportunità? Quali sono le innovazioni tecnologiche su cui state puntando?
Sempre sul lato delle nuove tecnologie, in generale Columbus Logistics ritiene che i margini maggiori di miglioramento in campo logistico si ottengano lato software piuttosto che con una forte automazione hardware, magazzini automatici ecc…
In quest’ottica abbiamo investito su un software best in class nel mondo della Business Intelligence e stiamo acquisendo risorse nuove con competenze nuove soprattutto in qualità di data analyst. Queste scelte sono volte, prima di tutto, ad un nostro beneficio interno, consistente nel trovare continui spazi per nuove efficienze che ci permettano di migliorare sempre di più il rapporto qualità-prezzo dei nostri servizi.
In secondo luogo, ma non per questo meno importante, sono volte a dare visibilità ai nostri clienti di come avviene la distribuzione dei loro prodotti. Spesso, infatti, i nostri committenti non conoscono nulla della loro logistica, che in molti casi è affidata all’outsourcing da diversi anni.
In tale direzione presto apriremo una finestra loro dedicata per l’utilizzo della Business Intelligence, in modo che possano fare in autonomia report e reperire informazioni.
Automazione La notevole evoluzione tecnologica che caratterizza le soluzioni di automazione logistica potrebbe sembrare più adatta alla concentrazione dei servizi in grandi poli logistici. È questa la tendenza anche per il mercato italiano, oppure, specie per la realtà italiana delle PMI, la Vostra offerta/utilizzo riesce a coniugare l’automazione con la flessibilità?
Come dicevo, siamo in generale poco convinti dell’automazione in termini hardware perché comunque, per quanto questa sia ben studiata, introduce una rigidità che può diventare un problema nel medio lungo termine. Siccome gli investimenti sono importanti e le marginalità non sono elevate, sono da premiare solo soluzioni che possano dare risultati ma che economicamente si ripaghino a breve. Inoltre, il mercato continua a cambiare: mutano i prodotti, gli imballi, le esigenze dei nostri committenti, le loro modalità di approvvigionarsi e quindi la nostra modalità di spedizione. Pertanto, crearsi delle rigidità dal punto di vista strutturale può essere molto controproducente.
Inoltre un sistema semplice ha il privilegio di non fermarsi mai, e il nostro slogan è proprio quello di essere “Semplicemente efficaci”.
Per Columbu Logistics è fondamentale che tutti gli investimenti, sia lato software che lato hardware, garantiscano il massimo della flessibilità, e nei casi in cui abbiamo un trade off fra flessibilità ed efficienza, scegliamo la flessibilità.
Sostenibilità ambientale. Quali comportamenti state mettendo in atto affinché la vostra azienda agisca in modo più sostenibile sull’ambiente?
È da molto tempo che i nostri obiettivi aziendali non trascurano l’aspetto green: siamo, infatti, una delle prime aziende logistiche in Italia ad aver avuto un sistema integrato ISO 9001 e ISO1401.
Ove possibile abbiamo fatto investimenti per utilizzare il fotovoltaico e quindi fonti di energia alternative e abbiamo dei programmi di minimizzazione degli sprechi per lo smaltimento degli imballi.
È giusto riflettere sul fatto che sia un po’ un’utopia affermare che, da un punto di vista della distribuzione, lavoriamo solo con società green perché la categoria del trasporto, al di là dei fornitori di trazioni, quindi mezzi completi dove il veicolo che viene a ritirare è il medesimo che consegna, su cui possiamo fare verifiche in termini di qualità da un punto di vista d’impatto ambientale, nel campo del collettame e dell’espresso il controllo della catena dei nostri fornitori è pressoché impossibile. Cerchiamo comunque di lavorare, nel campo dell’espresso, solo con i maggiori attori nel panorama italiano.
La “classica” domanda di bilancio. Quale commento potete dare all’anno appena trascorso, per quanto riguarda la vostra azienda o la realtà di cui fate parte? Quale augurio e aspettativa particolare potete esprimere per l’anno che sta per cominciare?
Columbus non può che essere soddisfatta di aver chiuso il 2015 con un incremento del 10% del proprio fatturato e un consolidamento degli utili.
Il parco clienti, inoltre, si è ulteriormente arricchito e questo è sicuramente garanzia di stabilità e solidità per l’azienda.
L’obiettivo che Columbus Logistics si pone per l’anno 2016 e per i prossimi, è sicuramente una crescita sia in campo farmaceutico che nella logistica non pharma, crescita che sarà sostenuta grazie all’apertura di nuovi siti e aree operative
Il mio grande auspicio è che continui a crescere il valore che il mercato dà al nostro brand, perché ritengo che ciò che è realmente Columbus Logistics sia pienamente percepito all’esterno.