Carenza di autotrasportatori: un’emergenza internazionale con impatti negativi sulla logistica

La carenza di autisti di camion costituisce ormai una vera e propria emergenza a livello nazionale ed internazionale.

Secondo le stime di Fai Conftrasporto-Confcommercio sono almeno 20.000 i lavoratori mancanti solo nel nostro Paese, posizioni che necessitano di essere ricoperte con urgenza per la buona tenuta del settore.

 

A denunciare questo problema Anita (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici) che vede come concreto il rischio per le imprese di autotrasporto e logistica di non riuscire, in tali condizioni, a garantire l’approvvigionamento dei beni.

 

Le cause di questa carenza sono molteplici. Innanzitutto l’età media dei conducenti di tir è elevata (54 anni in Italia) e i nuovi ingressi non riescono a compensare le uscite, anche perchè diventare autotrasportatore richiede tempi lunghi ed investimenti significativi (dai 4000 ai 6000 euro, per conseguire le patenti necessarie e il certificato professionale). Si tratta sicuramente di un lavoro pesante, che prevede lunghe e continue trasferte, e stipendi non abbastanza attrattivi considerato l’impegno richiesto. Fino a questo momento la carenza di camionisti era stata parzialmente colmata con l’impiego di personale dell’Est Europa che però, ormai, non è più sufficiente.

 

La ripresa economica che ha seguito la pandemia ha sicuramente contribuito ad accentuare questa criticità. Thomas Baumgartner, Presidente di ANITA, dichiara infatti: “L’aumento della domanda di trasporto che arriva dal mondo produttivo, l’esigenza di coniugare tempi di consegna sempre più stretti con il prioritario rispetto delle norme di sicurezza della circolazione, le inefficienze del sistema distributivo con insopportabili aumenti dei tempi attesa allo scarico e uno stato delle infrastrutture oggettivamente complesso che a sua volta genera un aumento dei tempi di consegna delle merci sta creando una miscela esplosiva, amplificata dalla mancanza di autisti”.

La carenza di autotrasportatori è un problema che accomuna moltissimi Paesi. L’IRU (world road transport organisation) nel suo rapporto di giugno 2021 ha stimato che nel corso dell’anno questa carenza potrebbe aumentare di almeno un quarto rispetto alla situazione del 2020 in quasi tutti i 23 Paesi esaminati. Umberto de Pretto, segretario generale dell’IRU , ha infatti spiegato: “La situazione degli autisti quest’anno è peggiore del normale, poiché molti autisti anziani hanno smesso di lavorare l’anno scorso per evitare di prendere la Covid-19, i centri di formazione sono stati chiusi e altri hanno lasciato la professione a causa delle sfide e delle barriere imposte loro per lavorare. Guardando oltre la pandemia, molti operatori si troveranno nell’impossibilità di trovare autisti per soddisfare la futura domanda dei committenti”.

 

Lampante è l’esempio che arriva dal Regno Unito dove Boris Johnson ha deciso di fare intervenire l’esercito in quanto questa carenza sta causando problemi di approvvigionamento per carburanti e merci di prima necessità. I militari, dallo scorso 4 ottobre, sono stati messi alla guida dei mezzi pesanti delle forze armate per occuparsi della distribuzione di carburante nel Paese.

 

La mancanza di conducenti di tir è un problema che dovrà essere sicuramente affrontato e al quale bisognerà trovare una soluzione, trattandosi di figure imprescindibili non solo per le aziende di autotrasporto e logistica ma anche per tutte quelle aziende che usufruiscono dei loro servizi.

 

A livello nazionale, Thomas Baumgartner ritiene necessaria l’attuazione di politiche volte a favorire la formazione e l’inserimento di personale all’interno di imprese dell’autotrasporto per ricoprire il ruolo di autisti di camion per la logistica.

 

Proprio in tal senso il Direttore Generale dell’associazione Alis, Marcello Di Caterina, ha chiesto alle istituzioni di studiare soluzioni mirate ad incentivare la formazione giovanile e professionale attraverso gli Istituti Tecnici Superiori e di mettere in atto misure volte a sburocratizzare e abbassare i costi legati all’accesso alle professioni legate al mondo del trasporto e della logistica.

 

Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto, ritiene necessario abbassare la soglia di età per ottenere la patente di autotrasportatore a 18 anni, ridurre il costo del lavoro per le aziende che decidono di assumere giovani autisti e attirare nuovi lavoratori extracomunitari offrendo la cittadinanza a quanti siano disposti a venire in Italia a fare questo lavoro per almeno 5 anni.

 

Fonti
Il Sole 24 Ore
Il Corriere della Sera
Sky Tg 24
Logisticamente.it
Trasporti Italia