Logistica italiana: verso nuovi punti di riferimento
Anche quest’anno Columbus ha partecipato all’Inchiesta di Logistica Management, che ha l’obiettivo di fare una fotografia del sistema logistico e dei trasporti. Di seguito il contributo del nostro Direttore Generale, Stefano Bianconi.
1. Shortage e resilienza. La parola chiave degli ultimi mesi è: “shortage”, la carenza di materie prime e anche di componenti essenziali. Il deficit purtroppo riguarda anche le persone: sia per i ruoli più operativi, sia per quelli che richiedono competenze più sofisticate. Come le nazioni hanno le proprie riserve strategiche, così ci chiediamo se anche le aziende o le supply chain le abbiano o debbano in qualche modo prevederle. Le vecchie regole sugli acquisti – mai meno di due fornitori – sono ancora applicate? O al contrario il lean management si è rivelato essere nemico dell’imprevisto? Come è possibile essere lean e allo stesso tempo capaci di prevenire gli impatti negativi sull’andamento della catena di fornitura? State fronteggiando questi fenomeni, come fornitori o come utenti di servizio logistico o tecnologie specifiche? Se sì quali sono le soluzioni che avete applicato per ridurne l’impatto? In generale, come è possibile dare alla supply chain più resilienza e robustezza, di fronte a fluttuazioni di questa entità?
Sicuramente gli effetti della pandemia hanno messo in evidenza le principali caratteristiche del mondo della logistica in outsourcing. Nonostante la scarsità di mezzi e di autisti, la scarsità di materiali di consumo e la bassa disponibilità di strutture di stoccaggio in ferro, questo settore, da anni allenato ad una grande flessibilità sui processi e ad una sempre più esasperata elasticità dei volumi, è riuscito a reagire in una situazione totalmente inaspettata, che ha esasperato queste sue caratteristiche. Nell’ultimo anno il ruolo della logistica è stato quello di cuscinetto tra una domanda totalmente mutevole e un mondo della manifattura sempre più irrigidito dalla imprevedibilità del futuro.
Come Columbus gestiamo in alcune situazioni processi lean e non nascondo che un grosso contributo al sostentamento degli stessi è stato garantito dalla sensibilità degli operatori che non si sono certamente sottratti a turni allungati e che hanno lavorato anche il Sabato e la Domenica, chiedendo un sacrificio anche alle proprie famiglie.
Gli skill che hanno garantito questo incremento di elasticità e di flessibilità certo non svaniranno dopo la pandemia ma ritengo che, per poter far sì che si consolidino nelle organizzazioni, in futuro sia necessario che tali qualità vengono riconosciute dal mercato anche a livello di copertura economica.
2. Altra importante declinazione del concetto di sicurezza che è emersa negli ultimi mesi è quella informatica: visto l’aumento degli episodi di cybercrime verso organizzazioni di ogni tipo, anche di valore strategico come sanità, infrastrutture, supply chain complesse, avete implementato delle soluzioni ad hoc e se sì quali?
Columbus ha sempre rivolto una grande attenzione nei confronti della solidità della propria struttura informatica, sia da un punto di vista software che da un punto di vista hardware. Lo scorso anno abbiamo incrementato ulteriormente il livello di protezione delocalizzando i server in un datacenter certificato Tier4 ed abbiamo eseguito dei penetration test al fine di individuare correttivi per rendere più sicuri e aggiornati i nostri sistemi.
3. Il Covid ci ha obbligati a pensare ad altro ma non è passato tanto tempo da un episodio gravissimo come il crollo del ponte Morandi e da altri incidenti simili che rendono il discorso sulle infrastrutture di collegamento e di trasporto ancora molto urgente. Qual è il punto della situazione secondo voi, relativamente a strade, autostrade, ferrovie, porti e relative connessioni? Che cosa c’è da fare e come? Quale contributo può venire dai fondi del PNRR/Next Generation EU?
Il sistema Paese sconta ancora oggi un grosso deficit di efficienza nel sistema portuale e nelle reti stradale e ferroviaria. In diverse situazioni si vedono interventi che durano oltre il triplo del tempo necessario per la realizzazione degli stessi. Purtroppo risulta molto difficile trovare soluzioni che elidano questi ostacoli e il rischio è che l’Italia perda di appetibilità nei confronti di investitori che preferiscono posizionare i loro centri logistici altrove.
4. Con la sostenibilità ormai si fa sul serio, anche a livello europeo: lo dimostrano progetti come il pacchetto climatico “Fit for 55” o gli obiettivi del già menzionato PNRR/Next Generation EU. Qual è la vostra visione sul tema? Riuscite a mettere a fuoco questi obiettivi e a integrarli nelle vostre attività? La trasformazione che questa evoluzione impone risulta essere per voi un costo o un beneficio, a livello di processi interni e di visibilità sul mercato? Riuscite a prendere in considerazione tutti e tre i pilastri della sostenibilità – ambientale, economica, sociale? Come si possono rivedere le supply chain alla luce di una prospettiva di economia circolare?
L’aspetto ambientale è da sempre per Columbus molto importante e lo dimostra il fatto che la nostra azienda da oltre 20 anni sia certificata ISO14001. Spinti anche dall’incremento dei costi dell’energia stiamo pianificando investimenti nel fotovoltaico, che andranno ad aggiungersi a quelli fatti oltre dieci anni fa. Siamo particolarmente attenti all’utilizzo dei materiali d’imballaggio e li ricicliamo quando possibile. Nel corso del 2021 abbiamo inoltre avviato il processo di valutazione EcoVadis.
Oltre all’attenzione per l’ambiente, uno dei valori connaturati all’azienda è l’attenzione al territorio e alla sua comunità. In questo contesto è nata l’iniziativa Care box, nella quale Columbus supporta pro bono il Rotary Club nella gestione logistica per l’approvvigionamento di derrate alimentari a 160 famiglie della zona di Monza e Brianza, le quali sono state colpite dalle conseguenze economiche della pandemia.
5. Lo sviluppo tecnologico, ulteriormente spinto dalla pandemia, porta ad aprire sempre nuovi scenari. Lato software con soluzioni di visibilità, tracciabilità e controllo (digital twin, stampa 3D, realtà aumentata…), supportate anche da nuovi scenari di comunicazione come quello offerto dal 5G; lato hardware con sistemi di automazione capaci di rendere più fluidi e ed efficienti i processi produttivi oppure logistici. Anche a livello di incentivi economici, l’Italia ha confermato il percorso avviato nel solco di Industria 4.0. Dal vostro punto di vista, quali sono le tecnologie che con maggior soddisfazione avete proposto come fornitori o avete implementato nei vostri processi come utenti?
Nell’ultimo anno tutti i sistemi di supporto allo smart working sono stati messi a punto ed utilizzati in maniera sistematica anche se, mediamente, la forza lavoro in modalità agile non ha mai superato il 20% del totale. In questi ultimi anni gli investimenti si sono diretti su sistemi di analisi dei dati (big data) che hanno garantito importanti risultati in termini di ricerca di soluzioni per incrementare efficienza ed efficacia nell’operatività aziendale. Ritengo che vi sia ancora un grande margine di sviluppo e una forte necessità di automazione nell’ambito della movimentazione merci a magazzino. Mi riferisco in particolar modo a carrelli elevatori di vario tipo in grado di muoversi autonomamente all’interno di magazzini non specificatamente progettati per l’automazione, rendendo quindi possibile gestire senza problemi l’interferenza uomo-macchina.
6. La classica e immancabile domanda di bilancio. Quale commento potete dare all’anno appena trascorso, per quanto riguarda la vostra azienda o la realtà di cui fate parte? Quale augurio e aspettativa particolare potete esprimere per l’anno che sta per cominciare?
Il 2021 è stato per il mondo della logistica un anno di forte stimolo e il settore ha sicuramente fatto capire al resto del mondo il proprio ruolo strategico. Il fatturato della nostra azienda è cresciuto di oltre il 20% rispetto al 2019 e stiamo misurando l’impatto del rimbalzo di cui tutti hanno la percezione.
Resta purtroppo una nota dolente, quella delle marginalità che, soprattutto in Italia, affliggono in senso negativo il nostro settore. Mi auguro che l’importanza della logistica emersa durante questo difficile periodo possa riequilibrare questo scompenso rendendo giustizia ad un settore tanto indispensabile quanto poco considerato.